NEXTNUOVAESPOSIZIONE

L’ex Tabacchificio Cafasso rappresenta un esempio mirabile di come agli inizi degli anni venti la realtà imprenditoriale stesse prendendo forma, dapprima tramite il settore ortofrutticolo, poi con la produzione di tabacco e il fiorire della stessa industria.

PERCHé NEXT?

La scelta del nome è nata proprio dalla volontà di unire tradizione e innovazione.
Il nome NEXT risulta peculiare per la sua struttura morfologica. Oltre ad essere l’acronimo di NUOVA ESPOSIZIONE EX TABACCHIFICIO, la N e la T custodiscono e avvolgono la parola “EX”, per preservare indirettamente il nome “ex tabacchificio”, noto e ricordato da tutti. Semplice e immediato, accattivante e memorabile.

NEXT, ponte tra memoria e futuro: l’Ex Tabacchificio, esempio di archeologia industriale dall’importante valore storico culturale è una preziosa testimonianza del passato che grazie alla riqualificazione oggi è diventato un contenitore prestigioso e ambito per l’organizzazione di eventi e manifestazioni fieristiche.

NEXT, polo culturale: il processo di rinnovamento mira a creare un continuum tra il valore storico culturale dell’edificio e lo sviluppo di un polo innovativo pronto ad ospitare eventi di pubblico interesse.

L’ex Tabacchificio Cafasso rappresenta un esempio mirabile di come agli inizi degli anni venti la realtà imprenditoriale stesse prendendo forma, dapprima tramite il settore ortofrutticolo, poi con la produzione di tabacco e il fiorire della stessa industria.

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PERCHé NEXT?

La scelta del nome è nata proprio dalla volontà di unire tradizione e innovazione.
Il nome NEXT risulta peculiare per la sua struttura morfologica. Oltre ad essere l’acronimo di NUOVA ESPOSIZIONE EX TABACCHIFICIO, la N e la T custodiscono e avvolgono la parola “EX”, per preservare indirettamente il nome “ex tabacchificio”, noto e ricordato da tutti. Semplice e immediato, accattivante e memorabile.

NEXT, ponte tra memoria e futuro: l’Ex Tabacchificio, esempio di archeologia industriale dall’importante valore storico culturale è una preziosa testimonianza del passato che grazie alla riqualificazione oggi è diventato un contenitore prestigioso e ambito per l’organizzazione di eventi e manifestazioni fieristiche.

NEXT, polo culturale: il processo di rinnovamento mira a creare un continuum tra il valore storico culturale dell’edificio e lo sviluppo di un polo innovativo pronto ad ospitare eventi di pubblico interesse.

IDENTITÀSTORICAIDENTITÀ

L’origine
Tabacchificio
Post-Bellico
Rinascita
Oggi

L’origine

L’origine della struttura NEXT va fatta risalire al 1922, quando Gaetano Bonvicini, ufficiale di Marina ed erede della “Massalombarda S.p.A.”, durante uno dei suoi viaggi di lavoro nel sud del Paese, notò che la produzione di frutta nell’area di Paestum risultava molto in anticipo rispetto alla produzione dell’azienda di famiglia e decise, di conseguenza. di aprire un’industria conserviera nella vicinanza dell’area archeologica di Paestum, nella tenuta Cafasso, acquistando 350 ettari di terreno di proprietà dei marchesi Vincenzo di Pinto e Maria Belleli.
Bonvicini iniziò a bonificare i terreni circostanti acquitrinosi e salmastri dovuti alla presenza delle acque di “Capo di Fiume”, permettendo tra l’altro di debellare la malaria. Insieme con le opere di bonifica furono completate anche le opere murarie dell’edificio a pianta rettangolare, su tre livelli in cemento armato.
L’edificio venne destinato a contenere, oltre al magazzino della frutta, la sala di lavorazione per circa 100 lavoratrici, le celle frigorifere e la fabbrica del ghiaccio per refrigerare la frutta collocata nei carri merce destinata ai mercati. Inoltre, sul lato ovest, venne edificato un centro zootecnico con una stalla dalle caratteristiche innovative, atta ad ospitare circa 200 capi adulti. Successivamente furono costruite cinque abitazioni, tre per i dipendenti e due per il personale direttivo e amministrativo, la chiesa e un asilo nido per le lavoratrici madri.
Venne realizzata anche una strada che collegava l’azienda alla strada Nazionale (oggi via Magna Grecia), per connettere il centro abitato di Capaccio Scalo all’area archeologica di Paestum e fu realizzato un binario della lunghezza di circa 1500 metri, che collegava il magazzino di lavorazione alla stazione. La frutta sui carri merce veniva trasportata sfruttando la pendenza, trainata da per arrivare alla stazione ferroviaria di Capaccio Scalo.

Il Tabacchifico

Alla prematura scomparsa di Gaetano Bonvicini, l’azienda fu acquistata da Carmine De Martino, titolare della SAIS (Società Agricola Industriale Salernitana), deputato alla Camera dei Fasci, poi parlamentare e sottosegretario nel Secondo dopoguerra.
Dal 1935, la S.A.I.S. ebbe una concessione speciale per coltivare il tabacco nella provincia di Salerno, incluso il comune di Capaccio, per poi consegnarlo e lavorarlo in magazzini privati. Gli ettari coltivati erano circa 645, per una quantità di tabacco pari a 12.763 quintali ed un valore approssimativo grezzo di oltre 5 milioni di lire. Erano coltivati tre tipi di tabacco: il Burley, il Maryland e il Levantino.
Nel 1935 fu avviata la fusione della SAIS con la Società Stabilimenti Riuniti Tabacchi Americani, generando la SAIM, Società Agricola Industriale Meridionale. Fu quindi avviata la costruzione di un edificio industriale per l’essiccazione e la cura dei tabacchi nella medesima tenuta Cafasso. Al primitivo impianto produttivo venne aggiunto un altro edificio; attestandosi sulla stessa linea del manufatto costruito nel 1925, fu costituìto di tre volumi collegati a “C”.
Era composto da due nuclei:

  •  a nord l’opificio in cemento armato fatto costruire da Bonvicini, affiancato, ad est, dalla cappella, mentre sugli altri tre lati si estendeva il corpo a “C” in cemento armato e tamponature in laterizio forato;
  • sul lato ovest vi erano la chiesa, la scuola e sette abitazioni, per le famiglie degli operai del tabacchificio.
    L’edificazione del nuovo capannone determinò una sorta di corte centrale, un impianto tipico delle tipologie industriali per la lavorazione del tabacco: la corte centrale aperta era una soluzione che consentiva di essiccare le foglie di tabacco al sole durante la prima fase della lavorazione.

Caratteri ricorrenti di tale architettura erano la considerevole altezza (in questo caso 14m senza divisioni orizzontali), dalla quale deriverà, poi, l’espressione di “cattedrale del tabacco”, e un gran numero di finestrature, al piano superiore e a quello inferiore, per consentire di regolare il tasso di umidità dell’aria e la ventilazione.
Un altro elemento che caratterizzava questo, come altri stabilimenti SAIM della Piana del Sele, era la fitta trama di legno sotto la tettoia, che costituiva un piano dove appendere i paletti chiodati: sulle trame erano disposti gli argani per sollevare i “festoni” (le funi che tenevano i paletti chiodati ai quali erano state infilzate le foglie).
Il 1° maggio del 1938, mons. Raffaele De Giuli, vescovo di Capaccio e Vallo della Lucania, inaugurò la piazza, la chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo e la scuola. Nel frattempo venivano ultimate le case coloniche e i terreni, suddivisi in lotti di 10-15 ha, concessi in mezzadria alle famiglie degli operai. Vennero inoltre completati i cinque edifici costruiti tra la piazza e il complesso industriale e i lavori delle tre abitazioni per dipendenti realizzate sul lato destro della piazza e i due edifici ai lati della chiesa.

La seconda guerra mondiale e gli usi post-bellici

Nel settembre del 1943 quando gli Alleati sbarcarono a Salerno, il generale Mark Wayne Clark, comandante della 5ª Armata, stabilì la sede provvisoria delle forze americane all’interno del tabacchificio. Il complesso non subì danni significativi, a parte l’interruzione del normale ciclo produttivo.
Nel 1960-61, sul lato nord, venne costruito il blocco in cemento armato a copertura curva, utilizzato per “l’imbottamento”. In questo modo i due nuclei (l’ex opificio Bonvicini e il capannone S.A.I.M.) vennero uniti in un unico corpo, benché non uniforme.
Negli anni ’60, dopo che nel 1961 la Peronospora Tabacina aveva distrutto l’intero raccolto nazionale, venne introdotto un nuovo tipo di tabacco più resistente, con la produzione fluttuante dai 65.000/70.000 q.li nel 1961 ai circa 60.000 del 1969-70. Nel 1970 a Capaccio si contavano 400 coltivatori di tabacco, che coltivano il Burley e il Levantini su una superficie di 230 ettari.

La nascita di NEXT

Nel 2001 cessò l’attività del tabacchificio e nel 2002 l’imprenditore Domenico Caprino acquistò l’immobile dalla famiglia De Martino con l’intenzione di realizzarne alloggi. Nel  2007 , dopo la presentazione del Piano di recupero, ad iniziativa privata, la Soprintendenza, a seguito di sopralluogo, attivò il procedimento di dichiarazione di interesse culturale del complesso immobiliare, quale «esempio di mirabile archeologia industriale e testimonianza di un’attività imprenditoriale che si è sviluppata nel corso di circa 70 anni nella Piana del Sele».
Nel 2022 l’intero tabacchificio è stato acquisito dal comune di Capaccio Paestum, che ne ha curato la bonifica e successivamente la ristrutturazione, destinandolo a sede di varie iniziative fieristiche e culturali. Gli è stata anche assegnata una nuova denominazione: NEXT, Nuova Esposizione Ex Tabacchificio. L’l’obiettivo è continuare a svolgere la propria azione propulsiva culturale ed economica, in continuità con la storia secolare a supporto e facilitazione dell’attività lavorativa dell’intera piana del Sele.

Funzione attuale

Nel corso del 2022, l’amministrazione comunale ha avviato il rilancio di NEXT affermando il suo posizionamento quale polo fieristico, culturale e ricreativo, assegnando la gestione degli eventi all’Istituzione Poseidonia.

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COME
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Siamo a
Paestum

Via Cafasso, 21,
Cafasso-borgo Nuovo
84047
Capaccio Paestum (SA)

Orari
di apertura

10:00–13:00 / 17:00–20:00

gli orari possono
variare in base alle
tipologie di eventi.

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